Paziente

Massimo, 34 anni, avvocato

Patologia

Il paziente ha subito un intervento di osteosintesi all’olecrano del gomito, a seguito di una caduta durante la pratica sportiva. Giunge presso la nostra struttura dopo aver passato qualche giorno di riposo presso il proprio domicilio.

Trattamento

Da un punto di vista riabilitativo sono fratture complesse e difficilmente si raggiunge un recupero completo dell’ampiezza articolare e soprattutto dell’estensione del gomito. Tuttavia le principali attività di vita quotidiana non richiedono la massima estensione di questa articolazione che quindi compensa abbastanza bene da un punto di vista funzionale.

Dopo la chirurgia, essendo stata fatta una fissazione intra-operatoria con mezzi di sintesi, la fisioterapia inizia a breve termine e in genere dopo una settimana. I tempi sono però variabili a livello individuale e dipendono non solo dal tipo di trattamento ortopedico che è stato scelto ma anche dall’età, dalla condizione generale del paziente e dalla tecnica chirurgica eventualmente utilizzata.

Un protocollo post-chirurgico è sempre di aiuto al fisioterapista per pianificare al meglio il piano di trattamento, che in prima fase mira a ridurre l’edema e monitorare il dolore, utilizzando principalmente terapie fisiche quali diatermia, laser ed elettroterapie antalgiche.

In seconda e terza fase invece si cerca di recuperare al meglio l’articolarità e la migliore prestazione funzionale di tutta l’articolazione. Le tecniche più utili in tali fasi sono senza dubbio le tecniche di terapia manuale. In una fase avanzata le tecniche che stimolano l’inibizione riflessa possono essere efficaci per il recupero del rom.

 

Approcci globali con coinvolgimento della gleno-omerale e scapolo-omerale sono sicuramente auspicabili vista la stretta connessone tra i principali muscoli del gomito e della spalla. Tutto ciò può essere sufficiente in una frattura nel giovane adulto con una buona prognosi. Nel paziente anziano, in base anche all’intervento che è stato fatto, è necessario sicuramente un approccio cauto e con tecniche di mobilizzazione non troppo energiche nemmeno in fase avanzata.

Tenendo conto dei risultati funzionali raggiungibili in maniera realistica possono essere più utili esercizi di tipo neuro-sensoriale e neuro-cognitivo, come portarsi la mano al viso, all’orecchio o ai capelli. O ancora manipolare oggetti e svolgere piccole attività funzionali come aprire e chiudere barattoli, usare una spazzola o un pettine, raggiungere e raccogliere oggetti a varia distanza e riporli in una scatola. Attività di questo tipo stimolano il recupero di alcune funzioni motorie nel soggetto anziano che possono essere molto più importanti che una escursione completa di flesso-estensione.

Conclusione

Mediamente i tempi di recupero da una frattura di olecrano nell’adulto sono di tre mesi ma anche in questo caso possono intervenire variabili individuali che posso cambiare le tempistiche di guarigione stimate.

 

Autore: Andrea Cifuni, Fisioterapista