La Vertigine colpisce molte persone in età avanzata, un terzo circa delle persone sopra i 65-70 anni, creando forte preoccupazione, ansia, limitazione nel movimento, attivazione in senso negativo sia personale che estesa spesso a tutto l’ambito familiare. Vi è una discreta preferenza, almeno nella nostra casistica, per il sesso femminile e le abitudini sedentarie.
Il “primo intervento” deve essere obbligatoriamente “sanitario” e consiste nell’accertare se vi siano alla base del disturbo delle malattie organiche gravi di tipo neurologico, cardiaco, circolatorio, psichiatrico, etc.
Una volta che siano state escluse malattie gravi in ambito medico specialistico si può andare oltre e considerare “la persona nella sua complessità”. A questo punto i vari Terapeuti devono confrontarsi con una particolare “sindrome geriatrica complessa”, multifattoriale, spesso di difficile gestione e risoluzione.
Appare subito evidente, sin dall’inizio della raccolta della storia di questo paziente, la confusione generata dai tanti pregiudizi derivanti da molte fonti poco attendibili. La descrizione del disturbo è sempre associata a forte ansia, a una depressione secondaria, a delle previsioni negative sul futuro in termini di capacità di gestire la propria vita, di mantenere la propria autonomia.
Depressione secondaria al disturbo e Ansia fino alla Angoscia mantengono un livello di allarme molto alto, sufficiente a “bloccare” la persona sia nei movimenti più semplici, sia nella ideazione di attività future.
È auspicabile che la persona possa essere compresa, aiutata e tranquillizzata in ambito familiare, extrafamiliare e medico nonché psicologico anche con semplici spiegazioni circa la frequente transitorietà del sintomo accusato, con la reale possibilità di un recupero spontaneo o grazie a trattamenti non invasivi, spesso anche senza il ricorso a farmaci.
Talvolta però si assiste ad un “crollo” dell’anziano di fronte ad atteggiamenti svalutativi o riduttivi del sintomo da parte dei familiari, di medici e di riabilitatori improvvisati, non adeguatamente preparati alla gestione di una “problematica psico-corporea complessa” che, ripeto, altera la qualità della vita della persona in termini di riduzione della calma, di mobilità e autonomia.
Succede spesso che, o in ambito familiare o in “strutture per anziani”, al fine di evitare possibili cadute e traumi, l’attività motoria venga ridotta, inibita, per qualità e quantità, fino alla inattività in ambito ristretto. Questo ostacola ogni possibile “corretta riabilitazione al movimento” del soggetto.

La persona in età non più giovanile dev’essere considerata nella sua interezza, stile e ambiente di vita, personalità, genere, storia clinica pregressa, valutando sempre l’andamento dei Sistemi Integrati.
Respingiamo approcci molto tecnici, frettolosi, a volte consistenti in “proposte terapeutiche miracolose supposte prontamente risolutive”, non idonee a nessuno, tanto meno alla complessità della persona anziana.
La Calma deve guidare il lavoro terapeutico.
Non sono neppure utili atteggiamenti disarmanti o di dichiarata impotenza da parte di chi deve assumersi l’onere della Cura: “… non so cosa dirle… le consiglio di imparare a convivere con la Vertigine…”.
Una corretta diagnosi della Vertigine e la messa a punto di uno strumento riabilitativo preciso, possono portare ad un buon riequilibrio di tutta la persona.
Il nostro intervento è mirato ad una pan-riabilitazione della persona in età avanzata, con l’attenzione rivolta a tutte le sue componenti psico-organiche alterate, al fine di ricomporre la “miglior gestione possibile” dello “star bene nello spazio”, compromesso dal sintomo Vertigine.
È sempre auspicabile, comunque venga portato, un qualche tipo di sostegno che chiameremo “umano” per chi ha perso o ridotto la sua sicurezza, la tranquillità di stare nello spazio, di reggersi in piedi, di camminare come aveva fatto fino a pochi giorni prima.
Dr Oscar Bernardi – Medico Audiologo e Psicoterapeuta Funzionale